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14 Giugno 2017

Sloworking vince il premio Rotary4startup

Martedì 13 giugno, è stato consegnato il premio al progetto Sloworking,

vincitore del bando Rotary4starup promosso dai Rotary Club unitamente al programma Virgilio e con il Patrocinio delle Camere di Commercio di Monza e Brianza e Lecco, pensato per sostenere lo sviluppo di iniziative imprenditoriali a valenza sociale nel territorio delle Province di Monza e Brianza e Lecco.

L’Associazione Sloworking di Vimercate ha partecipato al bando Rotary4starup presentando un progetto che prevede un percorso per 4 donne (scelte attraverso un’apposita selezione) che mostrino interesse, competenze e propensione per avviare un percorso di autoimpiego.

La commissione dei Rotary Club, ha scelto all’unanimità di premiare, fra quelli candidati, il progetto presentato da Sloworking. Durante la premiazione, avvenuta il 13 di giugno a Varedo nella prestigiosa cornice di Villa Bagatti, il Presidente del Rotary Club Varedo e del Seveso, Carmelo Alberio, ha dichiarato che il progetto è stato premiato per la ricaduta sociale e per gli aspetti organizzativi convincenti in quanto pone al centro il tema del benessere lavorativo e della conciliazione famiglia-lavoro, mettendo a disposizione degli associati uno spazio di coworking.

Il premio consiste in un beneficio economico con un contributo complessivo di Euro 8.000 e un beneficio consulenziale attraverso l’affiancamento di un Tutore Volontario Rotariano, individuato da Programma Virgilio, che presterà supporto, senza alcun corrispettivo, mettendo a disposizione la sua esperienza.

A ritirare il premio è stato il presidente dell’Associazione Vanessa Trapani che ha ringraziato i Rotary Club per aver saputo intercettare il carattere di innovazione sociale del progetto.

 

Vanessa ha ringraziato così:

“Ricevo oggi questo premio sicuramente con un pizzico di orgoglio che deriva dall’essere stata una delle 5 socie fondatrici di Sloworking nel 2014; ma lo ricevo soprattutto con la modestia di una persona che rappresenta innanzitutto un gruppo di altre donne (oggi in parte qui presenti) che hanno creduto in questo progetto, hanno lavorato e investito per realizzarlo.

Da Presidente dell’Associazione, sono qui poi in rappresentanza degli oltre 120 associati che in questi pochi anni (di fatto 2,5) hanno deciso di sostenere Sloworking, non semplicemente versando una quota associativa ma contribuendo a popolare il nostro spazio di idee, progetti, relazioni significative.

Sloworking nasce da un gruppo di donne, convinte dell’urgenza di proporre un nuovo modello di organizzazione del lavoro, un lavoro – come dice il nostro claim – “ a ritmo di vita”. Oggi veniamo forse premiate perché – senza mezzi termini – abbiamo dichiarato a noi stesse, ai nostri compagni e mariti, alle persone con cui lavoriamo e al Comitato di valutazione del Vostro Club che nella vita di una donna arriva, quasi sempre in concomitanza della maternità, la necessità /la volontà di rallentare, ma non di fermarsi. Si parla tanto di “conciliazione” intendendo spesso con questo termine gli equilibrismi, tutti femminili, tra un lavoro (magari demansionato rispetto all’effettivo talento) e i mille impegni di gestione quotidiana, esponenziali in presenza di figli piccoli. Le strade percorribili spesso sembrano essere solo due: fermarsi e seguire il famigerato “istinto” materno; oppure far finta di niente, buttare giù un amaro boccone, attivare pletore di baby-sitter e nonni, fare finta che nulla sia cambiato e rincorrere ambizioni di carriera che sono lì, ancora, ma che hanno cambiato sapore…

A Sloworking crediamo che si possa semplicemente “cambiare ritmo”, riconoscere la molteplicità delle proprie passioni, competenze, talenti e affetti e provare a pensare a un lavoro che – non senza fatica – tenga tutto insieme, lo armonizzi. Per molte di noi questa strada è stata quella della libera professione, fuori da logiche aziendali uniformanti. Sloworking è accanto alle donne che scelgono questa strada, le sostiene attraverso spazi dedicati, formazione, consulenza. Pensiamo però che ci possa essere anche una strada aziendale, che attraverso una visione meno presenzialista del lavoro ma più centrata sulla valorizzazione della persona nella sua interezza sappia fare della diversità di bisogni e di tempi un punto di forza.

Sloworking è anche accanto alle aziende che hanno questa visione, ambisce a costruire con loro percorsi di conciliazione, piani per il lavoro smart, strumenti per la valorizzzazione dei talenti. Qui forse il punto sul quale vorrei portare oggi l’attenzione: se le donne sono fisiologicamente e socialmente costrette a rallentare, crediamo sia possibile trasformare quello che oggi è oggettivamente uno svantaggio competitivo in una nuova visione del lavoro che – per tutti – uomini e donne, metta al centro il benessere come leva della produttività creativa. L’industrializzazione prima e l’informatizzazione adesso rendono sempre più palese che l’unica prerogativa umana, solamente umana, che rimane inalterata nel tempo è la creatività: diventare lenti, cioè attenti, consapevoli e dunque liberi e creativi sarà sempre più la forza distintiva del lavoro umano rispetto a quello della macchina. Se questa consapevolezza divenisse diffusa dentro e fuori le aziende, e nella società intera, rallentare, ridare senso al lavoro e al tempo non sarebbe più una “condanna “ di genere, ma un’ambizione trasversale, tanto più sentita quanto più importante è il ruolo in azienda.

Conciliare non più come un’urgenza delle madri, ma come un’aspirazione diffusa. Già si parla di “managerialità lenta”. Sloworking nasce dunque da una consapevolezza femminile, ma apre da sempre le sue porte a uomini, istituzioni, aziende che sappiano rimettere al centro del ciclo produttivo la persona come origine e fine del progresso e non come suo strumento meccanico. La parità di genere – anche senza quote rose – ne diventerebbe a quel punto una naturale conseguenza.

Questo premio ci fa sperare che la capacità di rallentare sia finalmente intesa come una virtù e che le donne in questo possano essere visionarie apripista e non relegate al ruolo di “categoria protetta”.

Dunque grazie. Grazie soprattutto a quelli tra di voi che dirigono aziende se da domani vorranno almeno in parte provare a guardare le proprie collaboratrici e i propri collaboratori come persone multidimensionali (dunque lavoratori, ma anche padri, madri, sportivi, attivisti, volontari) e cercare di valorizzare la loro unicità consentendo loro di organizzare almeno in parte il loro tempo “a ritmo di vita”

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